
Forse è la prima volta che ti scrivo in vita mia. E forse è inutile. O forse no; magari la leggerai, magari no.
Penso a quando te ne sei andato e sembra davvero poco tempo fa; poi penso invece alle cose che ti sei perso ed è davvero una vita.
Pensa, non hai conosciuto internet; il telefono cellulare che hai visto tu pesava 3 chili e si portava in giro come una ventiquattro ore; l'11 settembre era ancora solamente una data anonima e il presidente degli stati uniti era il padre di uno che a sua volta diventerà presidente.
In Italia nasceva la lega nord e Silvio Berlusconi era solamente il presidente del Milan...
Ma sopratutto c'era ancora Bettino...!!! Com'è andata a finire dopo te lo sei proprio perso!!
E parlando di noi hai lasciato due nipotini mocciosetti; quei due mocciosetti si sono laureati entrambi, questo te lo sei proprio perso...
Ma sopratutto ti sei perso gli altri due nipoti, che sono arrivati dopo la tua partenza.
E poi non posso tralasciare la malattia che mi hai trasmesso: l'Inter!
Quando sei partito avevamo da poco vinto il 13 scudetto! Sapessi come è andata finire!! La juve è andata in serie B (quanto avresti goduto) noi siamo a quota 16 scudetti e, se Dio vuole, quest'anno arriviamo al 17mo...
Ma pensandoci bene non sei tu che hai perso tutto questo: siamo noi che abbiamo perso molto con la tua partenza...
Come avrei voluto scriverti prima, quando potevi ricevere posta.
Quanto mi mancano le partite a "belot e rebelot" e il tuo modo di sfottermi quando mi battevi...
Ora ti lascio. Con la consapevolezza e la serenità di sapere che hai letto questa lettera. Con la consapevolezza e serenità di sapere che sai cosa faccio, cosa ho fatto e cosa farò.
Spero possa perdonarmi.
Per 17 anni hai viaggiato solo, ma adesso lei è di nuovo al tuo fianco. Non siete mai riusciti a fare il viaggio della vostra vita; spero che finalmente possiate andare dove avete sempre sognato.
Buon viaggio, "ragazzi".
Danilo.